Gli spiriti non dimenticano by Vittorio Zucconi

Gli spiriti non dimenticano by Vittorio Zucconi

autore:Vittorio Zucconi
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Storia, Racconto
ISBN: 9788804458241
editore: CDE
pubblicato: 1995-12-31T16:00:00+00:00


IX – L'ONORE

Meglio morire nudi da valorosi

piuttosto che vivere ben vestiti da vigliacchi.

COLUI CHE FA PAURA (1865)

La grande offensiva sioux dell'estate 1865 fu un completo disastro.

Il primo tentativo di resistenza indiana organizzata, di risposta «strategica», e non soltanto occasionale, all'invasione del Uas'ichu, dell'Uomo Bianco, si era risolto in nulla. Anzi, in meno che nulla, perché gli attacchi contemporanei di Toro Seduto a nord, lungo il fiume Missouri e di Cavallo Pazzo a sud, lungo il Piatte, per tagliare in due le linee di comunicazione dell'esercito americano avevano lasciate intatte le linee ed erano costate ai Sioux uomini, cavalli, vettovaglie e soprattutto quelle preziosissime munizioni, che essi potevano soltanto a fatica rimpiazzare.

I fabbri del villaggio, gli indiani che avevano imparato nelle fucine dell'Uomo Bianco a fondere e lavorare i metalli, setacciarono per giorni e giorni il campo di battaglia presso il ponte, a rischio della propria vita, sotto il tiro dei cannoni e dei fucili dei soldati, per recuperare i moschetti e soprattutto le pallottole sparate e finite a vuoto, che poi riportavano all'accampamento e pazientemente, diligentemente, rifondevano.

Ma ci sarebbe voluto ben altro per armare i Sioux e per affrontare l'esercito che ogni giorno cresceva nel numero degli effettivi e nella qualità dell'armamento, dopo la fine della Guerra Civile.

I Lakota Sioux erano soli. Totalmente, disperatamente soli davanti al loro aggressore. Non c'erano potenze straniere pronte ad addestrarli, armarli, proteggerli. Non c'erano cortei di studenti, cittadini e politicanti pronti a sfilare per le vie di Washington, di New York, di Roma, di Parigi, chiedendo pace, giustizia e negoziati. Non c'erano finanziatori occulti o palesi, né commercianti di morte ansiosi di far credito agli indiani pur di vendere armi, come ai palestinesi o ai bosniaci o ai guerriglieri irlandesi. E non c'erano soprattutto giornalisti e telecamere capaci di inviare al resto dell'America e del mondo le immagini e le storie delle atrocità commesse dai soldati e dai volontari.

Se qualcosa il pubblico lontano leggeva erano sempre, e soltanto, racconti romanzeschi, feuilletons o fumettacci sulla barbarie del «pellerossa selvaggio», conditi dalle interessate testimonianze dei coloni bianchi. Interessate perché i coloni, i contadini, gli allevatori e i commercianti locali gonfiavano i loro salari e i prezzi dei rifornimenti venduti alle truppe con il pretesto della minaccia indiana. Quanto più riuscivano a far credere al lontano governo e agli alti comandi che la vita alla Frontiera era tremenda, tanto più avevano il diritto di farsi pagare la roba. Non esclusa, naturalmente, qualche ben remunerata complicità di ufficiali e comandanti tenuti buoni a colpi di mazzette.

I Sioux erano completamente soli in una guerra che sarebbe stata comunque impari, e perdente, contro una forza militare uscita enormemente irrobustita dalla Guerra Civile. Soli con il loro orgoglio, con la loro tradizione e con la loro fede negli spiriti della Terra e del Cielo che li avevano protetti per millenni e ora non potevano abbandonarli.

Dunque al passato, alla tradizione e agli spiriti, la nazione lakota depressa dal fallimento dell'offensiva d'estate guardò, per trovare l'ispirazione e la forza di continuare una lotta che molti, fra gli indiani stessi, consideravano già perduta.



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